La vida de Colin

Della nostra musica profana quattrocentesca è rimasto ben poco: in un periodo in cui la pratica musicale era ancora in gran parte fondata sulla tradizione orale, la «moda» fiamminga giunse nel nostro territorio cancel­lando, uniformando (come tutte le mode) forse anche occultando ai posteri il vero svolgimento dei fatti. Nei pochi brani in lingua volgare rimasti non è inoltre sempre facile riconoscere modalità, indizi che rivelino i tratti di un’espressione musicale specificamente italiana, che ci facciano, per così dire, avvertire la presenza di sonorità familiari, non inquinate dai conformismi d’oltralpe.

I brani che proponiamo in questo disco non derivano direttamente dalla tradizione popolare quattrocentesca: la vera musica popolare, si sa, in genere nasce e rimane non scritta, e ciò che è riportato dai codici è, invece, un divertimento cortese, la cultura aristocratica che fa il verso ai «plebei» (in pratica, i ricchi che giocano a fare i poveri). Nondimeno, anzi, proprio per questo, riteniamo che alcune di queste melodie abbiano conservato i segni di un linguaggio musicale più immediato, allusivo del tipo di musica che effettivamente in quel secolo circolava nei luoghi di ritrovo della gente comune.

Alessandra Fiori