Claudio Farinone chitarra
Fausto Beccalossi fisarmonica
Playing Love – una storia di Ennio Morricone
€16,00
Tracklist
- Cinema Paradiso 3:25
- Maturità 0:45
- Tema d’amore 4:25
- Giù la testa 4:20
- Metti una sera a cena 4:12
- Romanzo 2:42
- A brisa do coração 3:00
- Ricordare 5:02
- Cockeye’s song 0:54
- C’era una volta in America 3:35
- Povero emigrante 1:19
- Gabriel’s oboe 3:30
- Playing love 4:51
- Here’s to you 1:32
Artisti
Etichetta
Quadrivium (QUAD 0018)
Anno
2024
Cosa rende la musica di Ennio Morricone così unica e riconoscibile?
Cosa conservare e cosa personalizzare per non intaccare la sua identità fondante quando ci si appresta ad eseguire le partiture originali o si creano arrangiamenti con più o meno “licenze”? Timbro, melodia, armonia, ritmo, un determinato respiro o intenzione: cosa ci fa dire immediatamente e con sicurezza: “ecco, questo è Morricone”?
Quando Robert Craft domandò a Igor Stravinskij quale fosse la tecnica che definisce un compositore, questi rispose: «the whole man». L’uomo nel suo complesso, i suoi amori, le sue relazioni, il suo passato, il suo presente e potenzialmente il suo futuro, già in parte scrutabile in ogni sua cristallizzazione.
Anche Quincy Jones, nella sua testimonianza per Ennio Morricone: In His Own Words, edizione inglese di Inseguendo quel suono, ha affermato: “Ennio è un grande musicista perché è un grande uomo”. Un artista con un’esperienza unica, un compositore che ha abbracciato tutte le esperienze che il suo tempo potesse offrirgli, affermandosi e innovando a ogni passo.
Se quindi esiste una sorta di “essenza Morricone”, caratteristiche specifiche che riguardano l’uomo, il compositore, le sue tecniche e più in generale le qualità interne al fatto musicale, vi è anche una nostra reazione alla sua musica, una reazione soggettiva, circostanziale, che produce in noi una specifica impressione. Dopotutto, oggetto e soggetto sono sempre in relazione.
La sua musica inoltre abita il pianeta da molti decenni. Un successo avvenuto prima in Italia e poi in tutto il mondo già dagli anni ’60 e un consenso che, sempre in modo nuovo e crescente, si è legato all’inconscio collettivo e alla memoria di molte persone, tra cui musicisti di ogni provenienza ed estrazione.
Nel domandarci quindi dove vada rintracciato il distillato della sua identità, non possiamo dimenticarci che in una qualsiasi risposta o ipotesi ci sarà sempre proiettato qualcosa di noi stessi. In questo mare, guazzabuglio di complessità, stratificazioni e rispecchiamenti, hanno nuotato anche Fausto Beccalossi e Claudio Farinone. Da questo intricato e complesso scambio oggetto-soggetto, anche loro si sono trovati a ricercare il proprio sguardo su alcuni brani del grande maestro romano per offrircene una lettura personale. Discutendone appassionatamente insieme, di volta in volta è emersa la loro grande affezione verso le composizioni raccolte in questa pubblicazione. Quasi una sfida, ma anche un viaggio attraverso tracce che provengono e ci riportano ai film a cui sono legate.